
Come il modello 231 può definire misure di prevenzione dei reati ambientali
La cronaca recente mette in luce un tema cruciale riguardante i reati ambientali: il “vantaggio” dell’ente ai fini della responsabilità 231 coincide spesso con il risparmio di costi.
- Nel caso di gestione non autorizzata di discarica (art. 256, comma 3, D.Lgs. 152/2006), la Cassazione (sent. n. 27696/2025) ha ribadito che il profitto confiscabile non è solo l’eventuale valore commerciale del materiale accumulato, ma soprattutto il risparmio delle spese che l’impresa ha evitato non smaltendo correttamente i rifiuti.
- Il criterio interpretativo è rigoroso: vanno conteggiati non solo i benefici diretti, ma anche i riflessi indiretti (es. IVA, costi di trasporto evitati, scelte organizzative che abbiano ridotto spese a danno dell’ambiente).
- In sintesi, il “vantaggio” non è un concetto astratto, ma misurabile in termini economici concreti legati a risparmio di costi e spese non sostenute.
📌 Quali sono le implicazioni per la compliance 231
- Ampliamento della responsabilità dell’ente: le aziende rischiano la confisca del profitto non solo per guadagni illeciti diretti, ma anche per i risparmi derivanti da omissioni o da una gestione negligente dei rifiuti.
- Difficoltà di individuazione: non sempre è facile per l’impresa rendicontare in modo trasparente i costi “risparmiati” o gli effetti economici di certe scelte organizzative.
- Esigenza di tracciabilità: diventa strategico poter dimostrare di avere individuato i rischi e adottato misure preventive idonee nel modello 231, così da limitare contestazioni su presunti risparmi illeciti.
💡 Come aiuta un approccio di risk management digitale
Un sistema avanzato di mappatura dei rischi-reato 231 consente di:
- Identificare scenari di rischio ambientale: collegando i processi aziendali (es. gestione rifiuti) ai potenziali reati contestabili, tramite un’analisi di specifiche evidenze di reato che mostrino come è stato ottenuto il risparmio di spese (mancati investimenti, riduzione di cautele).
- Simulare l’impatto economico: calcolando quali risparmi di costo potrebbero configurarsi come “vantaggio” illecito, in caso di omissione o condotta non conforme.
- Definire misure di prevenzione documentabili: ad esempio procedure di smaltimento, monitoraggi periodici, controlli sulle forniture, così da dimostrare che i costi di compliance sono stati sostenuti e non evitati.
- Rendere tracciabile la governance: ogni scelta organizzativa viene supportata da un razionale documentato in una check-list, utile in caso di indagine o giudizio.
⚖️ Nesso con il risparmio dei costi
Le sentenze mettono in luce un punto cruciale: il risparmio di costi è ciò che espone l’ente alla responsabilità 231.
Un sistema di gestione del rischio legale permette di trasformare il risparmio illecito in risparmio virtuoso, perché:
- evita spese molto più gravi legate a confische, sanzioni pecuniarie e interdittive;
- ottimizza gli investimenti in compliance, indirizzandoli verso i presidi più rilevanti;
- consente di dimostrare che i costi di prevenzione sono stati effettivamente sostenuti e sono parte integrante della strategia aziendale.
✨ In altri termini: un’impresa che investe in prevenzione e tracciabilità non solo riduce il rischio di sanzioni, ma rende il “vantaggio” economico un fattore di legittimazione, anziché di colpa.